La consegna è di costruire un breve componimento in versi che si chiudano con una parola differente in una sola lettera – vocale o consonante che sia – dalla parola che chiude il verso precedente e quello successivo.
Esempio:
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
Sul quale mi ruppi un giorno il collo
Cadendo e rotolando come un pollo
Mi ritrovai sulla testa un grande bollo
Mi rialzai improvvisando un ballo
Che mai avrei pensato così bello.
Questo amore
mi costringe ad amare
senza un briciolo di cuore
vado a spasso con le suore
e dentro tutto quanto muore
Se fai crescere fiori
tuo padre sarà fiero
però nascondili nel fieno
perché il campo ne è già pieno;
tu muoviti pian piano
se no poi dal cielo plano.
Nel cortil c’è un gran cane
che si sazia di solo pane.
Altre pietanze che gli portiamo in pace
lui le scruta ma poi tace.
Cosa fare con quel tale?
Aggiungiamo un po’ di sale?
pur sapendo che gli farà male?
Ma del resto ce n’è tanto in mare
e perciò il cane ha ben poco da fare.
Gli compreremo le scatolette anche se sono care,
e lui ricambierà con tanto amore da dare.
Come quando cerchi qualcosa in borsa
affondi la mano nella sua morsa
e anche se sei di corsa
non pensare che la ricerca sarà corta
Se io fossi una fornaia, vorrei cuocere tanti pani
per far sì che tutti siano forti e sani.
Realizzerei tante pagnotte ben cotte con le mie grandi mani
e attirerei nel mio laboratorio con il profumo del pane anche i cani.
Oppure…
Se io fossi una fornaia, vorrei cuocere tanto pane
per far sì che le persone siano tutte forti e sane.
Nel pane ci metterei un pizzico di sale,
perchè anche questo vale,
per sconfiggere ogni male
che nel mondo sale.
Se io fossi una fornaia, vorrei cuocere tanti pani
per far sì che tutti siano forti e sani.
realizzerei tante pagnotte ben cotte con le mie grandi mani
e attirerei nel mio laboratorio con il profumo del pane anche i cani.
Oppure…
Se io fossi una fornaia, vorrei cuocere tanto pane
per far sì che le persone siano tutte forti e sane.
Nel pane ci metterei un pizzico di sale
perchè anche questo vale
per sconfiggere ogni male
che nel mondo sale.
Da lontano sogno il mare
Ma il pensiero mi fa male
Nuoto nell’acqua, ne sento il sale
Ma sono qui, godo solo del sole
Me ne sto in camera, tutta sola
E di nuovo vago, col pensiero solo
Ritornando sempre a quel vecchio molo
Non ti curar di loro, ma guarda e passa,
mentre aspetto che sia ora di buttar la pasta,
chè devo mangiare se voglio crescere, ma basta!
Mi ricordo da sola che sono bassa…
per arrivare all’ultimo ripiano, devo salire su una cassa!
Se sorrido, in questo caso,
mentre passo per le case,
c’è chi dice “è una fase!”
In realtà non ho poi fame,
nella pancia ho delle fate.
Forse non sarà il fato,
so che non lo vedi il faro,
son felice perché è raro.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
dove Cappuccetto soleva andare portando calle,
tutta di rosso vestita, persino le calze,
rosse la camicetta e la gonna a balze.
Un giorno vide un lupo e fece un balzo
ma l’animale le disse: “Chiedo solo un ballo!”
I due fecero una tarantella e fu molto bello.
E il lupo: “Ora vedi che non son bullo?”
la storia siamo noi
che poi siete anche voi
ci dice ovunque vai
registro ciò che sai
La nebbia agli irti colli
alla sprovvista ci ha colti,
ora dovremo fare passi corti
per non peggiorare le nostre sorti.
Fatti non foste a viver come bruti
Quindi perché ogni cosa che cucini bruci?
Alla fine così non ci resta che brace!
Sì, lo so che in cucina entrambe non siam molto brave
però di questo passo la vita nostra si fa breve.
Ho aperto la mia mano
ed ho trovato delle monete in meno,
mi sono chiesta: con quali soldi ceno?
Un euro mi basta per comprare un cero
ma non me la sento di mangiare cera,
vorrei almeno una pera.
Sono arrabbiata. Sono nera!
In un paese molto lontano
i nobili i soldi contano,
i soldati a cavallo montano
e il re è vanitoso e montato.
È difficile dire con parole di figlio
Ciò che provo odorando il giglio
Tu ti dedichi al tiglio
Per ricavarne legno con il taglio
Costruisci un’arpa della giusta taglia
Non ti accorgi che cado in una faglia
Con spirito leggero più di una foglia.
Le rose sono rosse
le viole invece russe
e tu fai troppe risse
le stelle sono fisse
non guardarle che cadi nelle fosse
e poi non sai se esci, forse
Questa mattina mi svegliò una fata
Quindi mi alzai per fare colazione con la feta,
“Urca! Ma che bontà!” dissi con voce leggera come la seta,
appena vado a scuola devo dirlo subito a Seba.
C’era una volta un gatto
Che era additato da tutti come il Matto
“Sono matto il gatto” era il suo motto,
Che Gatto quel povero matto,
Mi diceva sono matto non lo metto!
Tanto gentile e tanto onesta pare
è nata così, che ci vuoi fare!
L’ho incontrata vicino ad un faro
e posso assicurarti sia stato un evento raro.
Dimmi, che fai, silenziosa luna?
Ti contemplo in un maglione di lana
calda e morbida; sarà forse di lama?
Forse, del resto, il maglione vien da Lima
Al centro c’era poca neve
proprio lì dove salpava la nave
nel porto c’erano forse cento cave
proprio dove a dire addio c’erano le mamme care
ognuna aveva in mano un po’ di core
ed in piazza si mangiavano more
In campagna siamo sempre soli
in mezzo ai campi dove le spighe sono i sali
che come al mare fanno diventare sani
ma dal forno sono usciti i pani
e le tende sono state messe ai pali
e allora noi ci giriamo e diventiamo poli
che tanto alla fine siamo sempre soli
La nebbia a gl’irti colli
ci rende le giornate un po’ più molli
il sole ci farebbe allegri come molle
ma intanto di ore ne passano mille.