Cambio in versi

La consegna è di costruire un breve componimento in versi che si chiudano con una parola differente in una sola lettera – vocale o consonante che sia – dalla parola che chiude il verso precedente e quello successivo.

Esempio:

Sempre caro mi fu quest’ermo colle

Sul quale mi ruppi un giorno il collo

Cadendo e rotolando come un pollo

Mi ritrovai sulla testa un grande bollo

Mi rialzai improvvisando un ballo

Che mai avrei pensato così bello.

22 pensieri su “Cambio in versi

  1. C’è una vecchia pazza
    Vestita d’una pezza
    Che intinge la pizza
    Nell’acqua di una pozza
    Aiuto! Che puzza!

    Ho un amico caro
    Che dorme con un cero
    Il suo nome è Ciro
    E canta in un coro
    Ma non me ne curo

  2. A Natale ero a cena con un matto
    che aveva portato anche il suo gatto
    quando è accaduto uno strano fatto:
    “Ti svelo un segreto, ma solo ad un patto”,
    mi ha detto il gatto, “prometti, mano sul petto!”
    “Prometto!!” gli ho detto.
    “Stanotte” continua il gatto “prima di andare a letto
    guardati allo specchio e respira lento.
    Mettiti una barba bianca sul mento
    e copriti le spalle con un rosso manto.
    Poi chiediti se può chiamare il mio padrone matto
    colui che ora sta parlando col suo gatto.”

  3. Me ne vado tutta Sola
    Ad arrostirmi sotto il sole
    Un cavallo vedo e Sello
    Fatalità con me ho una Sella!
    Ma scende la notte ed una Stella
    Si dirige verso una lontana Stalla
    Mi ricorda qualcosa, metto le gambe in Spalla
    E penso: Non ho doni! Solo una Palla!
    Trovo una grotta sotto una palma,
    Scendo e a gattoni arrivo sui palmi
    Vedo una bimba: “hey, stiamo calmi!
    Non era questo che dicevano i salmi!”
    Ma il progresso si sa, fa grandi salti
    Le donne alla fine sostituiranno i santi
    Che bravi lo sono, ma non son tanti
    Son solo capaci di fare dei canti
    Noi donne invece facciam pure i conti,
    Siam poche, ma brave e facciamo per cento!
    Re-non-miagolare

  4. Sempre caro mi fu quest’ermo colle
    ove da piccolo venivo a giocare con le bolle
    ridevo, correvo e saltavo sulle molle
    e di emozioni ne ho provate molte
    tanto che ricordo ancora tutte le singole volte
    e per la nostalgia, mentre scrivo, mi cadono lacrime folte.

  5. C’era una volta,
    una bambina piccola e colta
    che veniva sgridata anche quando non aveva colpa.
    Amava i pomodori e la loro polpa,
    il suo animale preferito era il polpo,
    eppure un giorno prese un colpo.
    Suo padre, uomo grande e colto,
    voleva bene alla figlia, davvero molto.
    Le regalò un cane dal pelo folto
    anche se le urlò: “me ne fotto!
    Il pollo lo voglio cotto!”

  6. C’è una volta un vecchio naso
    ma nessuno ci faceva caso.
    Non aveva proprio nessun caro,
    allora accese un grosso cero.
    Anche gli amici erano zero
    ma poi vide un gatto nero.
    Scoprì poi che non era vero.
    Cadde proprio giù dal pero!

  7. Un giorno andai su Marte.
    Cercai qualcuno per giocare a carte,
    Intorno a me c’erano solo sarte.
    Chiesi loro se fossero sante
    Ma mi dissero: “siamo solo tante”
    Quindi chiamai per loro un fante
    Tutti insieme corremmo alla fonte
    E ci lanciammo giù dal ponte.

  8. Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
    anche se a scalarlo mi son venute delle belle bolle,
    forse sarebbe stato il caso di usare delle molle,
    accidenti al mio ardito spirito che volle,
    spingermi a raggiungere quella lontana valle.

  9. Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
    Le persone, in autunno, hanno molte voglie
    La bambina un fiore coglie
    I papà aspettan sulle soglie
    La fidanzata diventa moglie
    Ognuno di noi uno sfizio si toglie

  10. C’era una volta un re che viveva a corte.
    Un giorno lo andò a trovare la Morte.
    Il re disse lei: “Ma io mi sento ancora forte”
    E lei rispose: “Novantasette candeline hai spento sulle tue torte”
    Così il re si arrese: “Va bene allora, accetto la mia sorte”

  11. Feci alla suora la pasta
    “Non posso mangiarla, io sono casta!”
    Allora le feci una costa
    “Non posso mangiarla, è troppo cotta!
    Sei matta! mi viene la gotta”
    Io, stufa, le diedi una botta

  12. C’è sulla mensola una bellissima cesta
    che improvvisamente mi cade in testa
    e sul pavimento resta
    facendomi scoprire che contiene tutte le mie gesta.

  13. Tanto gentile e tanto onesta pare
    la donna col vestito blu ed il suo cane.
    La osservo da lontano mentre agli uccellini lancio del pane
    vedo in lei occhi tristi e mi chiedo quali siano le sue pene
    probabilmente avrebbe bisogno dell’abbraccio di una persona che le vuole davvero bene.

  14. Una cosa avevo in testa
    di organizzare una bella festa
    e di torta mangio una fetta
    che mi fa volare fino in vetta

  15. Quella bambina indossava una veste
    con la quale andava a tutte le feste.
    Era monella, una vera peste:
    mangiava soltanto la pasta col pesto,
    non ti lasciava mai un po’ di posto,
    si nascondeva nelle botti del mosto…
    Eppure le volevo bene, e molto!
    Anche lei me ne voleva, glielo leggevo in volto.

  16. Era adagiata al centro di una chiesa di Massa
    tutto era pronto per la grande messa
    Poi, lentamente, si risvegliò mesta
    e scoppiò un’immensa festa.
    Tutti narravano le sue grandi gesta
    ma lei salì in macchina e inserì la sesta.
    Così, all’insaputa di tutti, fuggì lesta.

  17. Quando sto in mezzo alla gente
    Immagino che nessuno mi vede e mi sente
    Urlo a squarciagola contro le sante
    Anche se toglierei immediatamente il disturbo in stile Dante

  18. Non posso mangiare il pane
    È come ingerire delle pale
    Mi fa troppo male
    Piuttosto mi butterei in mare

  19. “Dammi mille baci,poi cento”
    Io ti dico di andar lento
    Che alla fine me ne pento
    Troppo accollo questo,penso
    Non gli trovo proprio un senso!

  20. Il mio sogno è salire su un grande palco
    ma per ora ballo al parco,
    a qualcuno con cui parlo
    vorrei tanto dire “Salgo e parto”

  21. Cambia il vento,

    sento

    il sangue nelle vene che scorre ora è sotto il mento.

    Ascolti? Non senti e io mi pento

    Di ogni sguardo che ho speso per te e si è spento.

  22. C’era una volta una TAZZA
    Comprata da una donna PAZZA
    Che per cucinare una PIZZA
    Fece una grande PUZZA
    Così pulì con una PEZZA
    Soltanto un piccolo PEZZO
    Perché il panno era di PIZZO

Lascia un commento